L’Assemblea per la Piana Contro le Nocività invita tutti i cittadini ad andare a votare Sì al referendum sulle trivelle di Domenica 17 Aprile.
Benché l’unico quesito accolto dalla Corte Costituzionale sia di portata limitata (votando Sì infatti si chiede che non vengano rinnovate le concessioni alle compagnie private che ricercano e sfruttano bacini petroliferi o di gas entro le 12 miglia dalle coste italiane), riteniamo importante la partecipazione al referendum per varie ragioni. Innanzitutto perché la trivellazione del nostro mare rientra nel disegno più ampio di devastazione dei territori attraverso cementificazione selvaggia, speculazione edilizia, e costruzioni di grandi opere inutili e dannose, che peggiorano le condizioni di vita della popolazione e arricchiscono industriali, mafie e potenti di turno. Non si può, a nostro avviso, professarsi contro l’inceneritore di Firenze e il nuovo mega aeroporto senza considerare i danni enormi che le attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas procurano all’ambiente sottomarino, o senza considerare che la logica che sottintende a tutti questi progetti è la stessa: mano libera a dei privati o aziende partecipate che costruiscono dei mostri praticamente inutili, ottenendo profitti stellari (e spesso l’affare vero e proprio sta appunto nella costruzione stessa della grande opera!) e scaricandone costi economici, ambientali e sociali sulla collettività. Analoga è anche la prima giustificazione che viene addotta dai favorevoli a inceneritori e trivelle: la produzione di energia che ne deriva garantirebbe una maggiore indipendenza energetica dell’Italia. Peccato che, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, i giacimenti di petrolio e gas conosciuti ad oggi sarebbero sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico del nostro paese solo per poche settimane; senza pensare che poi lo Stato da’ in concessione questi giacimenti a privati in maggior parte stranieri, riscuotendo peraltro ben poche royalties. Con l’inceneritore di Firenze, invece, ci troveremmo nella situazione in cui paghiamo delle tasse per la gestione dei rifiuti e la raccolta differenziata, mentre questi vengono bruciati (e se non bastano se ne importerà di più da altre parti della Toscana o d’Italia…) e mentre ci ammaliamo per le emissioni paghiamo anche per l’elettricità che i gestori ne ricavano.
Infine il Governo, in barba a criteri di risparmio economico, ha scelto di celebrare il referendum nel primo giorno possibile del calendario, senza accorparlo ad altre scadenze elettorali, in modo da depotenziarlo il più possibile e da impedire il raggiungimento del quorum. Questo atteggiamento di limitazione e negazione dell’espressione democratica delle popolazioni che subiranno le opere in questione, che già peraltro ci siamo trovati ad affrontare in questi anni di mobilitazioni contro le nocività nella piana FI–PO-PT , è a nostro avviso inaccettabile. Il referendum può allora diventare un’ulteriore occasione di mobilitazione e contestazione del governo centrale e delle amministrazioni locali, troppo spesso attente a interessi particolaristici e non ai bisogni della collettività. In questo senso può essere ancora più importante parlare del referendum del 17 Aprile, pubblicizzarlo, spingerlo, andare a votare e votare SI.
AxPCN – Assemblea per la piana contro le nocività