Negli ultimi giorni sei militanti dell’assemblea del presidio contro le grandi opere nocive si sono visti recapitare una denuncia per violenza privata e riunione pubblica non autorizzata.
Le denunce fanno riferimento ai fatti dell’estate 2017: in quel periodo infatti gli abitanti della piana e gli attivisti, grazie ad un attento monitoraggio e a una assidua presenza sul territorio si erano accorti che nel più totale silenzio erano iniziati i lavori preliminari per la nuova pista dell’aeroporto di Peretola.
Fu dunque immediata la decisione di provare a difendere quei luoghi e bloccare simbolicamente le trivelle, azioni che furono possibili solo grazie alla grande partecipazione e presenza di tanti e tante tra attivisti, abitanti e solidali.
Le accuse mosse sono tanto pretestuose da sfiorare il ridicolo; sarebbe “violenza” sedersi sulla benna di un escavatore e non volersi spostare? Ma siamo consapevoli del clima repressivo in cui si collocano. Stiamo assistendo al violento sgombero della ZAD in Francia, ai pestaggi di polizia sui NoTAP in Salento, ai continui processi in Val di Susa e, in generale, alla repressione contro tutte quelle comunità che si
autorganizzano per resistere.
Un clima repressivo a cui si ascrivono anche il sequestro del presidio NoInc-NoAero e i tre procedimenti penali per la violazione dei sigilli, avviati in estate, in riferimento ad una partecipatissima iniziativa svoltasi in primavera al presidio stesso, iniziativa che aveva visto la partecipazione eterogenea di tanti comitati. Questi atti, che mirano chiaramente a limitare la grande partecipazione popolare, saranno respinti proprio dalla determinazione e dal coinvolgimento di tutti anche nella difesa dei compagni.
Ciò che vogliamo dire è che non accettiamo lezioni di legalità da chi difende Toscana aeroporti, che mentre si accanisce nella realizzazione di nuovi ecomostri si dimentica di mettersi in regola con prescrizioni vecchie di quindici anni riguardanti le opere di compensazione per quello vecchio.
Ma non accettiamo lezioni di legalità da lor signori soprattutto perché abbiamo chiarissimo che a volte legalità e legittimità sono concetti non coincidenti; e gli abitanti che si organizzano e lottano per difendere i territori dalla devastazione e dal saccheggio degli speculatori sono legittimati a farlo, sempre. A questo clima di repressione risponderemo come sempre, rafforzando la lotta, estendendo la solidarietà.
Per questo torneremo ancora al presidio, in quel parco che vorrebbero ricoperto di cemento; cemento che dovrebbe portare ancora soldi nelle loro tasche, cemento armato per quanti immaginano un futuro diverso per la piana.
Per questo su quei terreni continueremo a starci, per questo continueremo a vivere e presidiare quei luoghi. Per questo facciamo un appello a tutti e tutte a partecipare alle iniziative di autofinanziamento e lotta che verranno organizzate e a fare sentire forte la loro solidarietà.
Giù le mani dal movimento NoInc NoAero, guai a chi ci tocca!