Come noi si erano insediati nella zona dell’osmannoro.
Noi per contrastare le grandi opere inutili e nocive che pesano sulle vite di tutt@.
Loro per trovare un rifugio comune dalla precarietà, dalla miseria, dall’assistenza interessata che specula sulla pelle dei migranti.
Entrambi rivendichiamo un cambiamento radicale ed entrambi abbiamo visto risponderci con il linguaggio dell’ordine pubblico.
Al presidio i sigilli della Forestale per abuso edilizio, l’ossessionante presenza della digos nelle giornate sui terreni, la continua minaccia dei reparti mobili durante le contestazioni.
Allo stabile occupato ex-Aiazzone i tentativi di sgombero con la forza, le ruspe e l’antisommossa per togliere la luce elettrica e rendere la vita non impossibile ma pericolosa.
Pericolosa fino al giorno dell’incendio e della morte di Alì.
Non c’è bisognbo di altre parole oltre la cronaca dei fatti che potete vedere qui http://firenzedalbasso.org/incendio-allex-aiazzone
ne di grandi riflessioni per capire “chi difende cosa”:
Chi difende la vita e il territorio.
Chi un sistema di grandi interessi proteggendosi dietro lo scudo di plexiglass della legalità.
Vogliamo esprimere la nostra più sincera solidarietà.
Perchè siamo stati “vicini di casa” e ci sentiamo dalla stessa parte della barricata
Con i rifugiati siamo e resteremo, e questo sempre, fratelli e compagni nella lotta.
Abitanti della piana dal Presidio No Inc-No Aero