Bella giornata di lotta e grande partecipazione!

7-8 MILA persone, insieme in marcia per difendere il territorio e la salute di tutti!
Vogliamo il Parco della Piana, non un mega aeroporto fatto per i dividendi azionari di pochi!

Oltre 70 le realtà aderenti, Comitati, Movimenti, Associazioni, Sindacati e forze Politiche.
Presenti i 6 i Sindaci dei Comuni contrari all’aeroporto.

Quello di oggi è un passo importante di una lunga lotta che continuerà! Grazie a tutti!

Qui un video del corteo:
https://www.facebook.com/pianacontronocivita/videos/258841291690006/

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Sabato 30 Marzo 2019 Manifestazione No Aeroporto Si Parco!

Manifestazione No Aeroporto Si Parco!

Manifestazione No Aeroporto Si Parco!

Manifestazione No Aeroporto Si Parco!

Manifestazione No Aeroporto Si Parco!

Basta nocività! Si al parco per tutti/e!

La Piana non si arrende al potere del denaro!
Riprendiamoci salute, lavoro e territorio.

RITROVO ore 14,30 Polo Scientifico di Sesto Fiorentino. In via dell’Osmannoro.

PERCORSO, dal Polo Scientifico, passando per l’osmannoro e via pratese il corteo raggiungerà l’aeroporto di Peretola con arrivo al nuovo parcheggio scambiatore di viale Luder. All’arrivo interventi e musica.

(Per il ritorno mezzi pubblici: Bus 30 per Campi, Tramvia per Firenze e stiamo predisponendo un Bus navetta per il Polo Scientifico.)

PER ADERIRE e partecipare scrivere qui nell’evento.
Si ricorda a Partiti e sindacati che volessero aderire e partecipare di NON portare bandiere ma eventualmente solo uno striscione a tema della manifestazione.

Promossa da Movimenti, Comitati e Associazioni per la tutela della Piana Firenze-Prato-Pistoia.

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Sabato 23 Marzo 2019 Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili

Il 23 marzo 2019 in migliaia scenderemo in strada per le vie di Roma in una grande Marcia per il Clima e contro le Grandi Opere ed Inutili.
Non serve il governo del cambiamento, serve un cambiamento radicale
#siamoancoraintempo
Chi siamo
Siamo i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che da anni si battono contro le grandi opere inutili e imposte e per l’inizio di una nuova mobilitazione contro i cambiamenti climatici e per la salvaguardia del Pianeta. Abbiamo iniziato questo percorso diversi mesi fa, ritrovandoci a Venezia lo scorso settembre, poi ancora a Venaus, in Val Susa e in molti altri luoghi, da nord a sud, dando vita ad assemblee che hanno raccolto migliaia di partecipazioni. Siamo le donne e gli uomini scesi in Piazza lo scorso 8 dicembre a Torino, a Padova, Melendugno, Niscemi, Firenze, Sulmona, Venosa, Trebisacce e in altri luoghi.
Dall’assemblea di Roma del 26 gennaio lanciamo l’invito di ritrovarsi a Roma il 23 Marzo per una manifestazione nazionale che sappia mettere al centro le vere priorità del paese e la salute del Pianeta.
Grandi opere e cambiamento climatico
Il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere inutili e imposte non è solo sinonimo, come denunciamo da anni, di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio dei nostri territori, di danni alla salute, ma è anche l’incarnazione di un modello di sviluppo che ci sta portando sul baratro della catastrofe ecologica.
Il cambiamento climatico è uscito da libri e documentari ed è venuto a bussare direttamente alla porta di casa nostra.
Nel nostro paese questa situazione globale si declina in modo drammatico. La mancanza di manutenzione delle infrastrutture, la corruzione e la cementificazione selvaggia seminano morti e feriti a ogni temporale, a ogni ondata di maltempo, a ogni terremoto.
Il cosiddetto “governo del cambiamento“ si è rivelato essere in continuità con tutti i precedenti, non volendo cambiare ciò che c’è di più urgente: un modello economico predatorio, fatto per riempire le tasche di pochi e condannare il resto del mondo a una fine certa. Le decisioni degli ultimi mesi parlano chiaro.
Mentre ancora si tergiversa sull’analisi costi benefici del TAV in Val di Susa, il governo ha fatto una imbarazzante retromarcia su tutte le altre grandi opere devastanti sul territorio nazionale: il TAV terzo Valico, il TAP e la rete SNAM, le Grandi Navi e il MOSE a Venezia, l’ILVA a Taranto, il MUOS in Sicilia, la Pedemontana Veneta, oltre al al tira e molla sul petrolio e le trivellazioni, con rischio di esiti catastrofici nello Ionio, in Adriatico, in Basilicata ed in Sicilia.
Giustizia sociale è giustizia climatica
Le catastrofi naturali non hanno nulla di naturale e non colpiscono tutti nella stessa maniera. Lo vediamo purtroppo quotidianamente e chi sta in basso, infatti, paga i costi del cambiamento climatico e della mancata messa in sicurezza dei territori.
È vero fuori dai grandi centri cittadini, dove devastazione e cementificazione distruggono l’ambiente e la natura, ma è vero anche negli agglomerati urbani, luoghi sempre più inquinati in cui persino i rifiuti diventano un business redditizio.
È vero non solo dal nord al sud dell’Italia, ma anche dal nord al sud del nostro pianeta.
Milioni di migranti climatici sono costretti a lasciare le proprie terre ormai rese inabitabili e vengono respinti sulle coste europee.
Nel nostro paese terremotati e sfollati vivono in situazioni precarie, carne da campagna elettorale mentre le risorse per la ricostruzione non sono mai la priorità per alcuna compagine politica.
Quando le popolazioni locali, in Africa come in Europa, provano ad opporsi a progetti tagliati sui bisogni di multinazionali e lobby cementifere, la reazione dello Stato è sempre violenta e implacabile.
L’unica proposta “verde” dei nostri governanti è di scaricare non soltanto le conseguenze, ma anche i costi della crisi ecologica su chi sta in basso.
Noi diciamo che se da una parte la responsabilità di rispondere al cambiamento climatico è collettiva e interroga i comportamenti di ciascuno di noi, dall’altra siamo convinti che i costi della transizione ecologica debbano ricadere sulle spalle dei ricchi, in primis le lobby che in questi anni si sono arricchite accumulando profitti, a discapito della collettività e dei beni comuni.
Il sistema delle grandi opere inutili e il capitalismo estrattivo sono altrettante espressioni del dominio patriarcale che sollecita in maniera sempre più urgente la necessità di riflessione sul legame tra donne, soggettività LGBTQIP*A, corpi e territori e sarà uno dei temi portato nelle piazze dello sciopero transfemminista globale dell’8 marzo.
E’ giunto il momento di capire di cosa il nostro paese e il nostro pianeta hanno davvero bisogno.
Si comincerà davvero a dare priorità alla lotta al cambiamento climatico solo alle seguenti condizioni.
– cessando di contrapporre salute e lavoro come invece è stato fatto a Taranto, dove lo stato di diritto è negato e chi produce morte lo può fare al riparo da conseguenze legali.
– riducendo drasticamente l’uso delle fonti fossili, del gas e rifiutando che il paese venga trasformato in un Hub del suddetto gas,
– negando il consumo di suolo per progetti impattanti e nocivi e gestendo il ciclo dei rifiuti in maniera diversa sul lungo periodo (senza scorciatoie momentanee) con l’obiettivo di garantire la salute dei cittadini
– praticando con rigore e decisione l’alternativa di un modello energetico autogestito dal basso, in opposizione a quello centralizzato e spinto dal mercato
– abbandonando progetti di infrastrutture inutili e dannose e finanziando interventi dai quali potremo trarre benefici immediati (messa in sicurezza idrogeologica e sismica dei territori , bonifiche, riconversione energetica, educazione e ricerca ambientali)
– garantendo il diritto all’acqua pubblica
– implementando una nuova Strategia Energetica Nazionale riscritta senza interessi delle lobbies
– Trovando una soluzione definitva per le scorie nucleari, insistendo sul disarmo e la riducendo le spese militari
I nostri territori, già inquinati da discariche fuori controllo, inceneritori e progetti inutili, sono inoltre attaccati e messi a repentaglio da monoculture e pesticidi che determinano desertificazione e minano la possibilità di una sempre maggiore autodeterminazione alimentare.
E’ necessario che le risorse pubbliche vengano destinate ad una buona sanità, alla creazione di servizi adeguati, al sostegno di una scuola pubblica e di università libere e sganciate dai modelli aziendalisti, ad un sistema pensionistico decoroso, ad una corretta politica sull’abitare e di inclusione della popolazione migrante con pari diritti e dignità.
Appuntamenti verso il 23 marzo (agenda ancora in aggiornamento):
27 gennaio: Vicenza. Assemblea regionale dei comitati veneti
2 febbraio: Roma. Rete Stop TTIP Assemblea nazionale
2 febbraio: Napoli. Assemblea Regionale Stop Biocidio
3 febbraio: Termoli. Assemblea di movimenti e comitati in lotta contro la deriva petrolifera.
3 febbraio: Rende: Seconda assemblea regionale dei comitati e dei movimenti contro le grandi opere inutili ed imposte e per la giustizia ambientale
16/17 febbraio: Roma: Seminaria ecotransfemminista verso lo sciopero globale dell’8marzo
23 febbraio: Venezia: Happening di #SiamoAncoraInTempo Veneto
23 febbraio: Tito. Assemblea coi sindaci No Triv della Basilicata e della Campagna.
3 marzo: Napoli. Prossima assemblea nazionale verso il 23 marzo.
8 marzo: Non una di Meno – Sciopero Globale Transfemminista.
8-9-10 marzo: Roma. A Sud. Tavoli su giustizia climatica, energia, ecofemminismo.
15 marzo: Global Climate Strike
22 marzo: Roma. Giornata su alimentazione agroecologia a cura di Genuino Clandestino
15-31 marzo: Fabriano. Festival Terre Altre.
Siamo ancora in tempo per bloccare le grandi opere inutili e inutili
Siamo ancora in tempo per contrastare il cambiamento climatico
Siamo ancora in tempo per decidere NOI il nostro futuro!

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No aeroporto! Firenze e la piana non si arrendono al potere del denaro! Manifestazione sabato 30 marzo!

Atriscione manifestazione No Aeroporto

Striscione manifestazione No Aeroporto

Atriscione manifestazione No Aeroporto

Striscione manifestazione No Aeroporto

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Giovedì 7 Febbraio 2019 Lancio della manifestazione NO Aeroporto!

Lancio della manifestazione NO Aeroporto!

NO Aeroporto!

Ore 12 al Presidio NoInc-NoAero – via dell’Osmannoro, Sesto F.no

Il 06 Febbraio la Conferenza dei Servizi per l’aeroporto di Firenze ha dato il parere positivo. Tutti gli enti coinvolti (compresi i ministeri di Ambiente e Infrastrutture) ad esclusione del Comune di Sesto F.no, di Prato e Campi Bisenzio, hanno dato parere positivo.
Molto facile mettere una firma a Roma, meno facile sarà venire nella Piana con le ruspe dell’Argentino spalleggiato da Confindustria, a distruggere il progetto del Parco della Piana.
Domani dal Presidio lanceremo la prima mobilitazione in risposta all’aggressione della Piana!

Ci vediamo al Presidio NoInc-NoAero!
Contro i loro sporchi giochi politici continua la lotta per la vita della Piana!

FERMARLI E’ POSSIBILE!
FERMARLI TOCCA A TUTTI NOI!

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Nuovo aeroporto cemento e nocività

Nuovo aeroporto cemento e nocività

Nuovo aeroporto cemento e nocività

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Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

Seconda grande lotteria No inc-No aero

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Unvisifafare: Qthermo ci riprova… noi ci riusciremo!

memeauguri

memeauguri

Condividiamo il comunicato de “le Mamme” sul subdolo tentativo di QThermo di ottenere, col favore della Regione, le autorizzazioni per la costruzione dell’Inceneritore.
Su Firenze e l’intera area metropolitana della Piana pendono ancora i megaprogetti contro cui, in questi anni, si è sollevato un ampio movimento popolare in difesa della salute, dell’ambiente e dei diritti sociali che verrebbero “bruciati” drenando dalle casse pubbliche la maggior parte dei fondi necessari alla costruzione, alla gestione, alle compensazioni, di Inceneritore-Nuovo Aeroporto-Tunnel Tav.
Mentre il mangnate di Toscana Aeroporti viene perquisito in Argentina e i vertici delle società appaltatrici per la realizzazione della TAV fiorentina restano sotto inchiesta non stupisce se anche gli inceneritoristi del Gruppo Hera nascondano dietro alla società QThermo pubblico-privata la loro sete di profitti.
Far passare per “bene comune” gli interessi dell’elite è un “numero di magia” che riesce sempre meno e, forse anche per questo, scelgono spesso di lavorare in silenzio fuori dal dibattito pubblico, contando su quelle relazioni tra politica e imprenditoria che hanno portato il pianeta al collasso e impoverito le classi popolari.

Non ci faremo ingannare.
Buon 2019 di Lotte per le Alternative.

da “le mamme”
Il Comune di FIRENZE vuole l’INCENERITORE
in regalo dalla REGIONE… ma senza ALBERI!!!

Il Comune di Firenze, tramite Qthermo, cerca di aggirare le leggi, le regole e le sentenze pur di spingere la Regione a dare il via alla costruzione dell’inceneritore di Firenze!!!
Zitti zitti, alla chetichella, i signori della società Qthermo, detenuta a maggioranza da Alia (e quindi principalmente dal Comune di Firenze), provano sotto Natale a chiedere un regalo alla Regione Toscana.

Abbiamo appreso che il 21 Novembre Qthermo ha infatti richiesto alla Regione Toscana di rinnovare l’Autorizzazione Unica a costruire l’inceneritore di Firenze (annullata dalle sentenza dal TAR e dal Consiglio di Stato), tralasciando la questione dei Boschi della Piana.

Avete letto bene, Qthermo ha chiesto alla Regione Toscana di rinnovare l’Autorizzazione Unica “solo nella parte in cui non ha previsto alcuna prescrizione in ordine alla realizzazione delle opere di mitigazione”. Nella stessa richiesta Qthermo afferma anche che “non intende prestare acquiescenza alla decisione del Consiglio di Stato n. 3109/2018”.

In poche parole Qthermo chiede alla Regione di non tenere di conto della sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato l’Autorizzazione Unica, e spinge per il rinnovo della stessa escludendo proprio la parte “incriminata” che, a detta loro, sarebbe in qualche modo compresa nel Master Plan dell’Aeroporto di Firenze.

Chiedono quindi il regalo senza doverlo mettere sotto l’albero, o meglio sotto gli alberi: quelli che non sono mai stati piantati e che dovevano servire, secondo le prescrizioni della stessa autorizzazione, a mitigare gli effetti dell’inquinamento prodotto dall’inceneritore e in generale a ripulire l’aria inquinata dell’area metropolitana. Eh sì, perché come vien fuori da ultimo rapporto Ispra sulla Qualità dell’ambiente urbano la città metropolitana fiorentina nel 2017 è stata seconda solo a quella di Torino per sforamenti sul biossido di azoto e presenta notevoli criticità anche sulle polveri sottili!

Il problema dell’inquinamento atmosferico, fin qui abbondantemente sottovalutato dall’amministrazione fiorentina e metropolitana, è serio. L’ultimo studio europeo, commissionato dall’Agenzia Europea dell’ambiente e dal tiolo “Air Quality in Europe 2018”, ha stimato quasi 500.000 morti premature nei 28 Paesi Europei nel solo anno 2015 e l’Italia è prima in questa triste classifica, con 60.600 morti premature dovute a polveri sottili (PM2.5) e 20.500 morti dovute a biossido di azoto (NO2) nel solo 2015. Nello stesso anno, giusto per fare un raffronto, si sono avute in Italia 3.419 vittime per incidenti stradali.

Il problema è il traffico, ma anche l’industria; gli impianti di incenerimento ad esempio sono grandi produttori di biossido di azoto e anche di polveri, spesso arricchite con metalli pesanti (in questi impianti si bruciano rifiuti indifferenziati e quindi miscele di combustibili eterogenee la cui natura non è di fatto controllata in ingresso).

Per quanto riguarda i Boschi della Piana, il Comune di Firenze, tramite la sua società controllata Qthermo, continua a sostenere che tale intervento disinquinante è previsto nel Master Plan del nuovo aeroporto, fregandosene altamente della sentenza del Consiglio di Stato n 3109/2018 in cui in ben 10 pagine si parlava dei Boschi per il miglioramento della qualità dell’aria e si sosteneva anche che:

“La realizzazione del termovalorizzatore e l’ampliamento dell’aeroporto costituiscono progetti differenti e afferiscono a procedimenti amministrativi autonomi e distinti, sicché le misure di mitigazione previste nell’ambito del procedimento per la realizzazione del termovalorizzatore non potevano sovrapporsi con quelle concernenti il progettato ampliamento dell’aeroporto, non potendo negarsi logicamente, ancor prima che giuridicamente, che in tale modo l’efficacia di tali misure sarebbe stata notevolmente depotenziata e incapace di raggiungere quegli stessi obiettivi per i quali erano state previste.”

La domanda delle domande ora è: il presidente Enrico Rossi si vestirà da Babbo Natale e accetterà la letterina con la richiesta di dono del sindaco metropolitano Dario Nardella? Oppure vorrà finalmente mettere mano alla programmazione territoriale e chiudere definitivamente la questione dell’inceneritore, eliminandolo dal Piano Rifiuti, rilanciare con forza la Raccolta Differenziata in cui ancor oggi la Toscana risulta al di sotto della media nazionale e trovare soluzioni serie per risolvere il grandissimo problema dell’inquinamento dell’aria nell’area metropolitana fiorentina?

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8 Dicembre sui terreni e al presidio per il Parco della Piana Contro Grandi Opere e Nocività “La Valle è ovunque!”

Anche qui si è svolta la giornata internazionale contro le grandi opere inutili e sui cambiamenti climatici: 150-200 persone hanno partecitato alla giornata cominciata con la camminata dal Polo Scientifico di Sesto all’Oasi di ValdiRose fino al Lago di Peretola e proseguita al Presidio No inceneritori-No aeroporto dove si è svolto un pranzo collettivo con polenta e prodotti genuini. Nel pomeriggio l’assemblea si è collegata con la grande manifestazione NoTav di Torino. Una bella giornata che ha visto protagonisti comitati, movimenti, studenti e abitanti: erano presenti il Presidio di via dell’Osmannoro, il Comitato Campigiano No aeroporto, il Comitato NotunnelTav, l’esperienza di Mondeggi e Genuino Clandestino, vari collettivi studenteschi, perunaltracittà, WWF, Italia Nostra e la banda musicale della “Leggera” che ha vivacizzato l’iniziativa con canti e musiche popolari.

Tutti hanno ribadito la netta opposizione ai progetti del nuovo aeroporto, ai tunnel Tav sotto Firenze ed a qualsiasi ipotesi di inceneritore, che in nome degli interessi di pochi stravolgerebbero ancor più l’assetto del territorio ed è stata riproposta con forza la concretezza delle alternative a tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni, checchè ne dica Nardella, Rossi e il PD con tutti gli interessi forti che ci stanno dietro.

Molti non avevano mai visto il lago di Peretola, una bella oasi naturale che ben testimonia le aree umide della piana, un lago dove dovrebbe passare la nuova pista e che si vorrebbe spostare nel comune di Signa con la logica delle compensazioni: il sindaco Cristianini accetta il lago in territorio signese in cambio dell’impegno a realizzare la bretellina Indicatore-Signa-Lastra a Signa. Occorre denunciare questa vera e propria prostituzione urbanistica, che nei fatti consentirebbe la realizzazione del nuovo aeroporto.

La bella notizia di 70.000 persone in piazza a Torino per dire No alla Tav, le manifestazioni in Puglia e Sicilia ci confermano la centralità della mobilitazione popolare e ci spinge a rafforzare la partecipazione e l’autoorganizzazione degli abitanti contro le grandi opere, collegando le diverse esperienze di lotta. Il presidio e l’uso collettivo e civico dei terreni di via dell’Osmannoro rappresentano un contributo importante di aggregazione, lotta ed elaborazione per il Parco della Piana e per un diverso assetto del territorio, da sostenere con il contributo di tutti e tutte. UNVISIFAFARE, SENZA LA GENTE NON SI DECIDE NIENTE!

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Aeroporto: a Signa un brutto scambio politico fenicotteri pronti allo sfratto?

A Signa il Sindaco Cristianini (PD) e la maggioranza PD del Consiglio Comunale hanno approvato lo spostamento in territorio signese del Lago di Peretola, una condizione necessaria per realizzare il nuovo aeroporto di Firenze, come richiesto dalla Regione Toscana e da Toscana Aeroporti, in vista della prossima Conferenza dei Servizi. Hanno votato contro il M5S, Sinistra per Signa e LeU, un astenuto di Forza Italia, che ha però apprezzato il “realismo” del sindaco.
Con la realizzazione del “laghetto”, il Comune di Signa accetta di fatto (o comunque rinuncia ad ostacolare) il devastante progetto della nuova pista (nonostante il suo ricorso al TAR) in cambio di garanzie, o meglio di promesse prive di copertura economica, per la realizzazione della “bretellina” da Lastra a Signa a Indicatore, un’opera dovuta e sicuramente necessaria, richiesta da almeno 50 anni dalla popolazione per risolvere i gravi problemi di inquinamento e congestione da traffico, causati dalla strettoia di via Roma, Ponte a Signa e via Livornese.
Occorre inoltre far presente che la nuova collocazione del “laghetto” (presentata come opera di “mitigazione ambientale”, un’opera da tenere distinta, secondo il sindaco, dalla discussione sull’aeroporto!) interferisce con i tracciati di “bretellina”, finora elaborati, spostandola vicino all’abitato di San Mauro a Signa.
Il sindaco Cristianini vuol “passare alla storia” con questa brutta operazione politica, targata PD, Enrico Rossi, Toscana Aeroporti e ENAC, un’operazione subalterna e poco lungimirante che si aggiunge alle tante vicende delle cosiddette “compensazioni” con cui i promotori delle grandi opere inutili e dannose acquisiscono con mille ricatti il via libera degli Enti Locali. Servizi e opere necessarie, come asili, scuole, viabilità locale (come in questo caso la “bretellina”), a cui le popolazioni avrebbero comunque diritto, vengono scambiate per imporre strutture inutili e dannose, funzionali ai grossi interessi economici, come TAV, inceneritori, autostrade, aeroporti..
Al Sindaco Cristianini diciamo che la sua scelta non fermerà la lotta degli abitanti e dei movimenti contro l’aeroporto, contro tutte le nocività, per il Parco della Piana e per una diversa mobilità!

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